L'ospedale più vivibile al mondo è a Singapore: è progettato come se fosse un parco urbano.
- Luca Borro
- Aug 7
- 7 min read
Updated: Aug 8

Quando parliamo di architettura ospedaliera affrontiamo un tema molto delicato e pieno di controversie. In Italia, in particolare, il sistema sanitario nazionale presenta criticità organizzative e finanziarie ormai divenute croniche e sempre preponderanti su tutti gli altri aspetti dell'ospitalità sanitaria al punto che è difficile immaginare ospedali migliori e più funzionali di quelli già realizzati e già, in larga parte sofferenti, per limitazioni di budget, eterna indisponibilità di personale sanitario e criticità strutturali importanti.
Questa però non è una buona scusa per non parlare del tema del Design Umanocentrico degli ospedali che, per quanto mi riguarda, è uno dei temi più rilevanti che un architetto può affrontare visto il ruolo sociale che il tema stesso porta con se.

Io sono un Biologo e Ingegnere Biomedico che lavora in un ospedale pediatrico (Ospedale Bambino Gesù di Roma) dal 2015 ma la mia formazione iniziale in Architettura (ho una laurea in Scienze dell'Architettura) e la grande passione che ho da sempre per l'architettura legata al benessere dell'uomo mi porta a valutare il modo in cui gli ospedali sono pensati e, quindi, costruiti per capire in che modo essi possano contribuire a migliorare la salute dei pazienti.
Lo scopo di questo articolo è quello di identificare un ospedale al mondo che racchiudesse in se i concetti di progettazione biofilica, di psicologia ambientale applicata e di neuroarchitettura. Come immaginerai non è impresa facile capire qual'è l'ospedale che ha previsto tutti questi aspetti in fase di progetto e di realizzazione e infatti non c'è un unico ospedale riconosciuto ufficialmente come struttura che adotta tutti questi concetti insieme. Tuttavia ho individuato un ospedale che, più di altri, è riconosciuto a livello internazionale come esempio paradigmatico di integrazione completa di psicologia ambientale, neuroarchitettura e design biofilico.
Si tratta del Khoo Teck Puat Hospital (KTPH) di Singapore aperto nell'anno 2010.

Il KTPH per onestà non è l'unico ospedale ad essere stato pensato e realizzato con una intenzione spiccatamente umanocentrica e volto all'umanizzazione delle cure. Altri esempi come il Royal Children's Hospital di Melbourne, l'Adler Hey Children's Hospital di Liverpool e il Lucile Packard Children's Hospital di Stanford rappresentano altrettanti interessantissimi esempi di ospedali che integrano psicologia ambientale, neuroarchitettura e design biofilico. Il KTPH però è quello che, in qualche misura, integra davvero alla perfezione tutte e tre queste discipline e per questo preso come riferimento assoluto in questo specifico ambito.
Prima di parlare nel dettaglio di questo ospedale cerchiamo di capire quali sono le linee guida metodologiche che chi ha progettato questa struttura ha seguito

Il Khoo Tek Puat Hospital (KTPH) è vincitore del Premio Kellert
Stephen Kellert, come molti lettori di questo blog sanno, è un ecologo sociale riconosciuto come il pioniere del Biophilic Design insieme al biologo E.O. Wilson.
I due hanno da sempre affermato che l'essere umano ha un bisogno innato e fondamentale di integrazione con la natura e che incorporare elementi naturali negli spazi abitati favorisce la riduzione dello stress e le emozioni positive.
Il premio Kellert (Stephen Kellert Biophilic Design Award) è un premio volto al riconoscimento della qualità di edifici costruiti secondo criteri di biophilic design.
Il KTPH ha vinto l'edizione 2017 di questo premio. Qui un video.
Unitamente ai benefici (oggi ben misurabili) del Biophilic Design anche altre teorie negli anni sviluppate hanno attenzionato l'ambiente naturale come un elemento fondamentale per il benessere e la salute dell'uomo. Una fra tutte la Teoria del Recupero dell'Attenzione (Attention Restoration Theory) di Kaplan che sostiene proprio che l'esposizione dell'uomo a scenari naturali (sia direttamente ma anche tramite immagini) può aiutare l'uomo a ripristinare le capacità di attenzione esaurite riducendo la fatica mentale.
Un altro pilastro di conoscenze in questo senso è quanto negli anni affermato da Roger Ulrich e pubblicato nel 1984 nel Journal of Science. Ulrich era un professore e direttore del Center for Health Systems and Design alla Texas A&M University. I suoi studi erano orientati a dimostrare che pazienti ricoverati in chirurgia con viste sulla natura avevano un decorso post-operatorio più breve e minore esigenza di analgesici dopo gli interventi chirurgici.
Descrizione del Khoo Tek Puat Hospital
Il Khoo Tek Puat Hospital è un ospedale di 550 posti letto ospitato in una superficie di 3.5 ettari situata a Nord di Singapore. E' stato progettato dallo studio RMJM. L'idea iniziale è partita dall'ex CEO dell'ospedale Liak Teng Lit il quale chiese esplicitamente ai progettisti che l'ospedale fosse concepito in modo tale da riuscire addirittura ad "abbassare la pressione sanguigna di una persona che entrava nel campus". Compito assai arduo, decisamente. Partendo da questa richiesta il team di progettazione ha integrato figure multidisciplinari tra cui psicologi ambientali nella progettazione della struttura. E' un ospedale pensato come un Ospedale Giardino in cui l'ambiente costruito e quello naturale fossero indistinguibili il tutto finalizzato a creare distrazioni positive per i pazienti, per il personale ma anche per gli utenti.
Il complesso ospedaliero si compone di più blocchi edilizi che si dispongono a "V" intorno a una corte centrale ampia e aperta.
La "V" della corte si dispone in modo che l'apertura sia verso NORD, verso un lago adiacente (Yishun Pond) in modo da sfruttare in maniera opportuna il microclima locale in cui i venti prevalenti che passano proprio sul lago vengono convogliati proprio dalla "V" all'interno del campus ospedaliero ventilando ed illuminando opportunamente gran parte delle aree comuni dell'ospedale e riducendo l'uso di illuminazione artificiale diurna e HVAC con un'esperienza sensoriale per gli ospiti quanto più vicina a quella naturale dell'esterno.
La corte centrale è il cuore verde dell'ospedale di fatto progettata come un giardino tropicale rigoglioso dove si trova un laghetto artificiale con piante acquatiche, alberi e piccoli arbusti che attirano uccelli e farfalle e una cascata d'acqua il cui suono continuo finisce inevitabilmente per sviluppare uno sfondo acustico piacevole e rilassante. Il piano terra non è l'unico ad avere una vegetazione così rigogliosa, la quale continua anche ai livelli superiori dell'ospedale con un effetto di vegeteazione "a cascata" dall'alto verso il basso dell'edificio.

Ogni reparto di degenza dispone di balconi piantumati con piante aromatiche e fiori visibili e, soprattutto, accessibili ai pazienti. Di fatto la superficie totale occupata dalla vegetazione è quasi 4 volte l'area del sito occupato dall'ospedale. Il green plot ratio dell'ospedale infatti (che è un indicatore che quantifica la quantità di verde orizzontale e verticale presente in un sito costruito) è pari a 3.92 ossia quasi 4. In una zona densatamente popolata come quella in cui sorge l'ospedale questo valore assume un importanza cruciale. Gli spazi verdi rappresentano il 18% della superficie totale dell'ospedale. Di questo 18% il 40% di questi spazi è direttamente accessibile agli utenti, cosa non proprio banale.

Il fatto che adiacente all'ospedale ci fosse un lago non poteva essere sottovalutato dai progettisti che infatti hanno trasformato questo lago artificiale prospiciente da bacino un bacino di scolo cementificato ad un parco acquatico naturale integrato con l'ospedale.

Le sonde in cemento del vecchio bacino sono state demolite e sostituite da rive naturali con canneti e piante acqutiche filtranti migliorando così drasticamente la qualità dell'acqua e creando di fatto un habitat ideale per pesci e uccelli acquatici. Il lago è attualmente collegato all'ospedale con sentieri pedonali aumentando di circa il 400% la superficie di spazi naturali fruibili da pazienti e visitatori rispetto al progetto originario.
La Psicologia Ambientale nel progetto del Khoo Tek Puat Hospital
Il KTPH integra molti elementi derivati proprio dalla psicologia ambientale che offrono distrazioni positive e supporto sociale. Parliamo di distrazioni come osservare le piante, i fiori, le farfalle, ascoltare l'acqua che scorre...esperienze che riducono l'ansia e distolgono in qualche modo l'attenzione dal dolore. Il supporto sociale è invece favorito grazie a spazi comuni gradevoli dove familiari e visitatori possono intrattenersi con i pazienti anzichè restare confinati nelle stanze di degenza. La presenza dei cittadini (dovuta all'integrazione urbana massima della corte interna dell'ospedale) attiva il senso di comunità del campus riducendo l'isolamento percepito dai pazienti. La disposizione spaziale dei blocchi ospedalieri consente di favorire un certo senso di controllo per il quale, ad esempio, i pazienti possono scegliere di passeggiare nei giardini, uscire sul balcone oppure semplicemente partecipare attivamente alla cura delle piante nei tetti giardino. Questi aspetti, uniti insieme, determinano i principi del Supportive Design di Ulrich volti proprio a mitigare lo stress ambientale e ad enfatizzare invece i fattori ambienti rigenerativi.
La Neuroarchitettura nel KTPH
L'uso abbondante di luce naturale e di viste aperte stimola il sistema visivo e i ritmi circadiani contribuendo a regolare l'umore e i cicli sonno-veglia dei pazienti. La presenza di numerosissimi stimoli multisensoriali naturali come la vista del verde, i suoni dell'acqua, il profumo delle piante è in grado di facilitare l'attuarsi di uno stato mentale di "lieve fascinazione" che (secondo gli studi di Kaplan) contribuisce a favorire il ripristino dell'attenzione.
Dati a supporto degli effetti "benefici" di questo edificio
Il KTPH non è un edificio solo "teoricamente" affascinante ma ci sono dati oggettivi a supporto degli effetti positivi che l'edificio si proponeva di generare e che, di fatto, riesce a generare. Dal punto di vista microclimatico ad esempio si ha l'ampia corte verde centrale che genera un raffrescamento naturale in quanto la temperatura dell'aria nella corte è di -2°C inferiore rispetto alle aree urbane circostanti. Ovviamente questo migliora il comfort termico percepito ma soprattutto contribuisce a ridurre l'attivazione fisiologica dello stress termico tipico delle zone tropicali.
Aspetti climatici a parte sono stati condotti studi per verificare la percezione degli utenti che abitano l'edificio. Nel 2016 ricercatori dell'Università Nazionale di Singapore hanno confrontato le risposte fisiologiche e percettive di circa 200 tra pazienti, visitatori e personale del KTPH confrontandole con quelle di un ospedale preso come struttura di controllo (ospedale convenzionale, costruito con tecniche convenzionali intorno agli anni '80). Il KTPH ha ottenuto risultati entusiasmanti in termini di stress percepito (decisamente più basso negli utenti del KTPH rispetto all'ospedale di controllo) e un livello oggettivamente più alto di consapevolezza della natura intorno a se. Tale analisi ha inoltre rilevato che la percezione della bellezza dell'ospedale era fortemente legata proprio alla presenza di elementi biofilici (in particolare l'acqua e il verde). Altro dato interessante che è emerso dallo studio è che chi stava nell'ospedale di controllo era maggiormente disposto a "pagare" per avere spazi con verde e acqua all'interno delle aree ospedaliere ad indicare proprio quanto tali elementi naturali siano percepiti come assolutamente migliorativi dell'esperienza di degenza ospedaliera.
Tutto bello ma non privo di criticità...
Come potrai facilmente immaginare una struttura di questo tipo non è esente da criticità e sfide notevoli. Innanzitutto integrare così tanta natura in un edificio ospedaliero prevede costi di manutenzione continui e non banali (giardinieri, sistemi di irrigazione) e un attento bilanciamento tra natura e requisiti sanitari tra cui il controllo di infezioni per le quali è stato necessario selezionare specie vegetali adeguate e prevede reti anti-insetto in certe aree per non attirare zanzare tropicali. I risparmi energetici comunque sembrano evidenti grazie alla luce e alla ventilazione naturale contribuendo alla sostenibilità economica ed ecologica della struttura.








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