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I Microspazi: perchè progettare un angolo di relax in meno di 5 mq.

  • Writer: Luca Borro
    Luca Borro
  • Aug 27
  • 5 min read

Pensare che gli spazi piccoli siano sempre necessariamente penalizzanti è un errore. Sebbene la metratura degli ambienti abbia un ruolo fondamentale nella loro vivibilità (anche fosse solo banalmente per il rispetto delle normative edilizie) quelli che possiamo definire "microspazi" sono elementi dell'abitare che meritano più attenzione e più considerazione.


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Cercherò in questo breve articolo di spiegare cosa sono i microspazi e perchè, secondo il mio punto di vista, andrebbero maggiormente valorizzati.


I microspazi sono spazi evidentemente molto limitati ricavabili all'interno di un ambiente (domestico ma anche di altra destinazione d'uso) che possono essere delimitati sia "virtualmente" che fattivamente. Intendo dire che un microspazio non è soltanto una stanza dalle dimensioni molto contenute separata dal resto degli ambienti con delle murature ma anche uno spazio separato dal resto solo "virtualmente" ossia con degli accenni estetici di separazione. La loro utilità, per come io la intendo in questo articolo, sta nella possibilità di diventare spazi di introspezione, spazi in cui rimanere con piacere e in cui è piacevole stare e fermarsi per un momento di rilassamento fisico ed emotivo. Ovviamente niente di particolarmente assurdo o di "esoterico", si tratta solo di spazi che garantiscono di ritrovare calma, pace e tranquillità all'interno di un ambiente la cui configurazione spaziale, appunto, favorisce questo tipo di attività.

Per fare qualche esempio possiamo pensare ad un piccolo spazio delimitato da una pavimentazione diversa dal resto della stanza oppure uno spazio posto in prossimità di una grande finestra avente una seduta in cui poter sostare oppure, ancora, un piccolo spazio semplicemente arredato in modo da costituire un'entità a se stante rispetto al resto della stanza. Anche un corridoio (o una porzione di corridoio) può rappresentare un microspazio se ne assume le caratteristiche essenziali.


Il microspazio non è solo un "luogo" ma anche un "ritmo" ossia uno spazio che può essere liberamente "programmato" per un uso specifico (es. 5 minuti di respiro durante la colazione della mattina, 10 minuti di lettura e relax la sera). Questa "ritualità" personale e spaziale amplifica la percezione di benessere e migliora, sicuramente, la qualità dell'abitare.


Affinchè uno spazio possa definirsi "micro" non è affatto necessario chiudere fisicamente lo spazio e stabilire una delimitazione fisica del microspazio, come ho già detto basta un cambio di materiale a pavimento, un tendaggio in tessuto adeguato, una parete attrezzata che lascia filtrare aria e luce dall'ambiente principale per creare un microspazio e farlo percepire come "altro" rispetto al resto della casa.

In Giappone per esempio esistono gli engawa, una sorta di spazio di transizione tra l'interno e l'esterno dell'abitazione che filtrano la luce naturale permettendogli di entrare all'interno ma, allo stesso tempo, proteggendo l'interno dagli agenti atmosferici. In estate è uno spazio semi-aperto, in inverno è uno spazio che può essere chiuso diventando la prosecuzione dello spazio interno ma comunque a se stante rispetto a quest'ultimo.


Ecco un esempio di Engawa nelle case tipiche Giapponesi. Credits: www.modoarchitects.nz/engawa/
Ecco un esempio di Engawa nelle case tipiche Giapponesi. Credits: www.modoarchitects.nz/engawa/

La psicologia del piccolo spazio


Senza entrare troppo nel dettaglio di ciò che la psicologia ambientale dice relativamente a questo tipo di spazi possiamo affermare che il nostro cervello percepisce i microspazi come safe places ossia come luoghi contenitivi in cui i confini fisici di questo spazio fattivamente o virtualmente delimitati possono contribuire a stimolare la produzione di ormoni e neurotrasmettitori (es. serotonina) che possono a loro volta contribuire ad abbassare il livello di cortisolo (ormone dello stress).

D'altronde questa non è una novità: in questo sito ho parlato più volte del concetto di Prospettiva Rifugio di Jay Appleton che sta ad indicare proprio quegli spazi che garantiscono, contemporaneamente, sia la possibilità di vedere e controllare l'intero spazio intorno a noi sia la possibilità di poterci sentire protetti dallo spazio stesso.


Ovviamente quando parliamo di microspazi parliamo di spazi ragionati che, sebbene limitati metricamente, hanno una loro identità e svolgono il loro ruolo "contenitivo" sia in senso fisico sia in senso più metaforico rispetto soprattutto ai pensieri, all'approccio emotivo della persona che abita quello spazio.


Dialogo Tattile con il microspazio


Il microspazio dovrebbe garantire una sorta di dialogo tattile tra chi lo abita e lo spazio stesso. I materiali presenti nel microspazio dovrebbero conferirgli un'identità a se stante e in linea con il ruolo che quello spazio potrebbe assolvere.

Alcuni esempi: un microspazio con una pannellatura in legno o con la presenza di tessuti che non riflettono la luce ma, piuttosto, la assorbono oppure un microspazio caratterizzato da una diversa caratteristica materica delle pareti rispetto al resto della stanza, magari con una parete ruvida e non perfettamente lineare che aumenta quello che può essere il senso di "ancoraggio" dell'uomo allo spazio stesso.

Questo vuol dire che la realizzazione di un microspazio in un ambiente residenziale (per esempio) non è solo una questione di disporre gli arredi in modo da ricreare una sorta di "alcova contemplativa" ma piuttosto quello di formare uno spazio unito ma allo stesso tempo separato dall'ambiente principale con il quale, comunque, il microspazio deve dialogare.


E la luce? Che ruolo ha?


Come sempre la luce ha un ruolo fondamentale in questo tipo di spazi che favoriscono la concentrazione e l'approfondimento emotivo. Un microspazio può essere caratterizzato da un elemento illuminotecnico di design (una lampada ad esempio) ma se volessimo approfondire un pò meglio sicuramente sarebbe molto interessante pensare ad usare una forma di luce orizzontale radente magari che arriva dal basso verso l'alto capace cioè di creare intimità e confidenza con lo spazio stesso. Allo stesso tempo però anche una luce zenitale che arriva da un piccolo lucernario che si pone sul microspazio può stimolare la concentrazione e l'introspezione.


Ecco 4 esempi 3D di micro-spazi


Ho realizzato quattro schemi di layout 3D al fine di mostrarti alcune (ma, davvero, solo alcune...) possibili configurazioni spaziali che possono realizzare un microspazio. Vediamoli singolarmente.


Esempio 1


All'interno di un normalissimo soggiorno è stato ricavato un angolo con una parete schermante in listelli di legno semi-curva a creare un micro-spazio elegante semi-indipendente dal resto del living.


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Esempio 2


In questo esempio è stata ricavata una seduta posta in adiacenza ad una grande finestratura. La seduta a tutta larghezza permette di fermarsi in un angolo illuminato naturalmente in una zona "filtro" tra interno ed esterno.


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Esempio 3


In questo esempio è stata ricavata una nicchia specifica in grado di ospitare una poltrona, una lampadata da terra di design e un tavolo da caffè all'interno di un angolo di soggiorno.


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Esempio 4


Questo esempio, molto semplice, ha previsto la realizzazione di un'isola centrale all'interno del soggiorno differenziata dal resto dell'ambiente esclusivamente dal cambio di pavimentazione (parquet vs. pavimentazione classica). La semplice differenza materica delimita uno spazio che, pur non essendo fisicamente separato dal contesto, raccoglie chi lo vive e lo focalizza nel momento presente.


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(Nota etica: Le immagini sono realizzate a partire da sketch e disegni manuali e renderizzate / trasformate tramite l'uso di tools di AI).



Per concludere questo breve articolo sul potere dei microspazi la riflessione a cui voglio lasciarti è questa:


Qual'è lo spazio o il punto preciso della tua casa che hai sempre ignorato ma che potrebbe diventare un microspazio?

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Creo contenuti per aiutare architetti, progettisti e designer a creare spazi che migliorino la salute delle persone e il benessere abitativo.
I miei contenuti non sono generati da AI.

Luca Borro
Architetto per scelta e per passione
(Biologo e Ingegnere Biomedico per curiosità)
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