Ecco perchè le persone si affezionano alle case e ai luoghi. L'architettura che produce relazioni e non solo edifici.
- Luca Borro
- Aug 17
- 3 min read

L'affezione ai luoghi e agli ambienti di vita è un aspetto molto interessante dei nostri comportamenti sociali, della nostra psicologia e delle nostre relazioni sia con gli altri che con l'ambiente che ci circonda. Gli psicologi ambientali lo definiscono place attachment ossia "attaccamento al luogo" un legame emotivo e identitario tra persone e ambienti fondato su esperienze vissute, significati ed esperienze personali profonde e qualità fisiche del luogo. Essendo io un Architetto e Biologo mi concentrerò su queste ultime consapevole però che anche tutti gli altri aspetti dell'attaccamento al luogo sono molto rilevanti.
L'attaccamento che noi tutti sviluppiamo con i luoghi che viviamo (es. la nostra casa) è una dimensione "multidimensionale" che riguarda noi stessi che ci leghiamo ai luoghi, riguarda il luogo stesso e anche il processo che ci porta a formare quel legame con il luogo.
Perchè per un architetto è importante conoscere come si forma l'attacamento al luogo?
Perchè l'architetto dovrebbe progettare relazioni prima ancora che ambienti. Per "relazioni" intendo spazi che facilitano la familiarità, il senso di appartenenza, la memoria e tutte quelle condizioni positive che riducono lo stress e aumentano il benessere dell'uomo.
Il concetto di place attachment non è l'unico concetto espresso dalla psicologia ambientale. Esiste anche la "Place Identity" che costituisce la parte del sè che si costruisce attraverso i luoghi e la "Place Dependence" che indica la capacità di un luogo di supportare le nostre attività e i nostri obiettivi.
Ci sono almeno 4 elementi chiave che generano l'attaccamento al luogo e questi sono:
Le "Leve Sensoriali" come la luce, il suono, il tatto, l'olfatto le Proporzioni e le Geometrie, la memoria collettiva e i significati e i codici culturali e sociali.
La luce e le viste naturali favoriscono il recupero dell'attenzione e migliorano le prestazioni cognitive. L'acustica modella il comfort e la privacy degli ambienti. La tattilità dei materiali soprattutto quando riguarda le superfici calde e le micro-texture e i legni aumenta la cosiddetta hominess ossia la qualità dell'abitabilità di uno spazio come la casa, il comfort e l'informalità.
Le proporzioni degli spazi dovrebbero essere sempre "leggibili" ossia dovrebbero essere caratterizzate da gerarchie precise che alternarno chiari e scuri, pieni e vuoti, altezze e ampiezze. Questi pattern sembrano ridurre il carico cognitivo e favoriscono l'orientamento e il controllo percepito sull'ambiente: tutti aspetti che favoriscono l'attaccamento al luogo. Le teorie come la Prospettive Rifugio spiegano la preferenza per spazi che combinano viste molto ampie (prospettiva) e rifugi protetti (rifugio).
La memoria collettiva è a mio avviso uno degli elementi più importanti che generano l'attaccamento identitario a certi luoghi. Si tratta di prendere in considerazione tutti gli elementi riconoscibili di un territorio e della sua storia. In questi elementi troviamo le tipologie edilizie tipiche del territorio (architettura rurale, architettura vernacolare, ecc...), i materiali locali, gli aspetti culturali e identitari di una certa cultura locale. Questi elementi alimentano l'identità del luogo e la narrazione della storia del luogo stesso. Quando un progetto architettonico è caratterizzato da questi elementi gli utenti tendono a riconoscercisi più facilmente (un esempio fra tutti è la fascinazione che molti provano per i casali rurali tipici delle zone dell'Umbria e della Toscana).
Tra i codici culturali e sociali spiccano i "luoghi terzi" ossia i caffè, le piazze, i portici, le corti. Questi luoghi sono veri e propri "incubatori di appartenenza" e quando vengono integrati ai margini delle architetture tendono a "stabilizzare" le frequentazioni sociali e i legami tra persone e territorio
Noi viviamo un tempo in cui l'architettura rischia di diventare sempre più iconica, performativa e autoreferenziale. Riscoprire il valore dell'attaccamento ai luoghi quindi assume il significato di restituire all'architettura quella che era la sua funzione primaria e cioè generare appartenenza, relazioni e benessere. Un luogo, se ben progettato, non è solo funzionale o esteticamente gradevole ma diventa un'estensione vera e propria della nostra identità, una specie di supporto silenzioso delle nostre attività di ogni giorno, un contenitore vivissimo di memorie e di significati condivisi.
Chiudo questo articolo citando incarnano il concetto di Attaccamento al Luogo o, comunque, lo enfatizzano in qualche modo.
Chiudo questo articolo citando un esempio interessante di opera che incarna il concetto di Attaccamento al Luogo o, comunque, lo enfatizza in qualche modo. Parlo del Groot Vijversburg Visitors Centre nei Paesi Bassi, progettato dallo Studio Maks e Studio Junya Ishigami. Questo progetto fonde il vetro con il paesaggio e con l'architettura storica in un continuum percettivo che evoca una sensazione mista tra familiarità e sogno. Le trasparenze e le proporzioni gentili unite alla connessione visiva con l’esterno generano un senso immediato di calma e radicamento al luogo. Lo trovo un luogo che sembra conoscerci ancora prima di esserci entrati.











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